In attesa della premiazione oggi vi proponiamo un'intervista a Massimo Beccarelli, che per primo propose l'idea di questo concorso letterario.
L'idea è nata all'interno del
consiglio del Pio Istituto Manara, ente che a Borgotaro gestisce la biblioteca
e il Museo delle Mura. Si era da poco rinnovato il consiglio di amministrazione
ed era un momento di grande entusiasmo. C'erano continue presentazioni di
libri, laboratori di lettura per bambini, incontri con i maggiori sceneggiatori
e fumettisti d'Italia. Si respirava cultura ed era un momento veramente
stimolante. Si trattava, però, di eventi e incontri che si esaurivano nel corso
di una giornata o di un pomeriggio. Perchè non pensare a una manifestazione di
maggiore respiro?
Ho così avanzato la proposta di
istituire un premio letterario per autori di short stories, che è stata accolta
bene e fatta sua anche dall'Amministrazione comunale, che ci ha dato un
sostegno determinante nella ricerca dei Patrocini e dei finanziamenti presso
fondazioni e istituti bancari, senza i quali sarebbe stato impossibile partire.
Un importante sostegno ci è venuto anche, in quella fase, dalla “Valtarese
Foundation” di New York e dall'Ass. Ricerche Storiche Valtarese A. Emmanueli.
Ben presto si è costituito un Comitato fatto di persone che credono in questo
premio e che, in collaborazione con la bibliotecaria Elisa Delgrosso, contribuiscono
in modo determinante alla prima valutazione degli elaborati e alla gestione dei
vari aspetti organizzativi.
2- Avresti mai creduto che sarebbe cresciuto così?
Quando il premio è nato,
ovviamente, speravo che avesse successo, ma non avrei mai creduto che sarebbe
cresciuto così tanto e in modo così rapido. I premi letterari in Italia sono
tantissimi e la concorrenza è spietata. In soli cinque anni abbiamo raggiunto
risultati straordinari. Credo che dobbiamo parte del successo al fatto di essere
riusciti a cogliere e valorizzare aspetti originali, facendo leva anche sulla
qualità elevata dei giurati, che garantiscono, di anno in anno, l'assoluta
serietà del premio. A questo proposito voglio rivolgere un ringraziamento a
tutti i membri di giuria che si sono succeduti nel corso di questi anni e
soprattutto ad Antonio Ferrari, editorialista del “Corriere della Sera” e
presidente di giuria, che ci ha dato una spinta determinante per la crescita
del premio.
3- Quali sono gli aspetti che lo rendono un premio
diverso?
L'aspetto forse più originale,
fin dagli inizi, è stato quello di promuovere il premio largamente attraverso i
social network. Soprattutto twitter, facebook e google plus, in un primo
momento, e in seguito anche su Instagram. La volontà era quella di coinvolgere
un mondo letterario che si rivolgeva soprattutto a questi nuovi canali, e dove
c'era un potenziale bacino di utenti interessati. In particolare su twitter
avevamo riscontrato, proprio in quei mesi, una grande attenzione agli hashtag
letterari, come #Classicidaleggere, e ci sembrava interessante andare a
coinvolgere queste persone.
4- Qual è il momento che ricordi di più di questi 5 anni
di premio? Cosa aspetti per il futuro?
Sono tanti i momenti che ricordo
con emozione però, dovendo scegliere, senza dubbio non posso dimenticare la
telefonata di Liliana Segre in occasione della scorsa edizione del premio. Pur
non potendo essere presente di persona, infatti, ci ha voluto raccontare alcuni
episodi della sua prigionia nel campo di concentramento. La commozione era
palpabile tra il pubblico, ed è stato un momento di straordinaria intensità.
Per il futuro del premio spero,
prima di tutto, che riesca a confermarsi sugli attuali livelli e magari
crescere ancora un po', riuscendo ad ottenere maggiore risalto anche sui
giornali tradizionali, e non solo sul web.
Nessun commento:
Posta un commento